La timidezza di Davide
Davide si guarda allo specchio per l’ennesima volta, sistemando nervosamente il colletto della camicia. Il suo riflesso gli restituisce l’immagine di un uomo di cinquant’anni, con i capelli leggermente ingrigiti ai lati e uno sguardo che tradisce una timidezza radicata. Non è mai stato considerato particolarmente attraente, e la sua goffaggine nei rapporti con le donne è diventata una sorta di marchio indelebile. Eppure, stasera è diverso. Stasera Davide ha deciso di sfidare se stesso, di varcare una soglia che non avrebbe mai immaginato di oltrepassare. Stasera andrà in un locale di lap dance.
Il solo pensiero gli fa accelerare il battito del cuore. Le mani gli sudano, e il respiro si fa corto. Cosa lo ha spinto ad accettare l’invito dei suoi amici? Forse è stata la curiosità, o forse il desiderio di sentirsi, per una volta, parte di qualcosa di eccitante, di proibito. O forse è semplicemente la voglia di superare quella dannata timidezza che lo ha sempre tenuto lontano dalle donne, dalle esperienze, dalla vita stessa. Qualunque sia la ragione, ora è troppo tardi per tirarsi indietro. Gli amici lo stanno aspettando, e il locale lo attende con le sue luci soffuse e le promesse di sensualità esplicita.
Il tragitto in macchina è un susseguirsi di pensieri caotici. Davide si chiede cosa troverà lì dentro. Ha sentito storie, certo, ma non è mai stato testimone diretto di quel mondo. Immagina corpi nudi, movimenti sinuosi, sguardi carichi di desiderio. Ma la realtà sarà all’altezza delle sue fantasie? O forse lo lascerà ancora più insicuro, più consapevole della sua inadeguatezza? Scaccia i pensieri negativi con uno sforzo di volontà. Stasera deve essere diverso. Stasera deve lasciarsi andare.
Il locale si presenta come un tempio della seduzione. Le luci rosse e blu creano un’atmosfera surreale, mentre la musica, un mix di ritmi ipnotici e voci suadenti, riempie l’aria. Davide segue i suoi amici, sentendosi fuori luogo con la sua camicia stirata e i pantaloni troppo formali. Gli altri sembrano a loro agio, abituati a quel tipo di ambiente. Lui, invece, si sente come un intruso, un osservatore silenzioso in un mondo che non gli appartiene.
Il gruppo si siede a un tavolo vicino al palco, dove una donna sta già esibendosi. Davide la guarda con occhi sgranati. Indossa un reggiseno di pizzo nero e un perizoma abbinato, il corpo lucido di olio che riflette le luci del palco. I suoi movimenti sono fluidi, ipnotici, come se ogni gesto fosse studiato per accendere il desiderio negli uomini che la osservano. Davide sente il sangue affluirgli alle guance. Non sa dove guardare, cosa pensare. Si sente esposto, vulnerabile, come se tutti potessero leggere i suoi pensieri più intimi.
“Allora, Davide, cosa ne pensi?” chiede Marco, uno dei suoi amici, con un sorriso malizioso. “Non è male, vero?”
Davide annuisce, incapace di articolare una risposta. La sua voce sembra bloccata in gola, come se le parole fossero troppo pesanti per essere pronunciate. Si limita a sorseggiare il suo drink, cercando di sembrare disinvolto, ma il tremore delle sue mani tradisce la sua ansia.
La donna sul palco si avvicina al bordo, i suoi occhi scuri incontrano quelli di Davide per un attimo. Lui distoglie lo sguardo, sentendosi arrossire ancora di più. Non è abituato a quel tipo di contatto, a quell’intensità. Si chiede cosa penserebbe di lui, se potesse leggere la sua mente. Probabilmente lo troverebbe ridicolo, un uomo di mezza età che non sa nemmeno come guardare una donna senza sentirsi a disagio.
Ma poi succede qualcosa che lo sorprende. La donna scende dal palco e si dirige proprio verso di lui. Il cuore di Davide perde un battito. Si sente il centro dell’attenzione, e non sa se è una sensazione piacevole o terribile. Lei si ferma davanti a lui, il suo profumo dolce e inebriante lo avvolge. È più alta di quanto sembrasse sul palco, e il suo sguardo è penetrante, quasi ipnotico.
“Prima volta qui, vero?” chiede lei, con una voce bassa e suadente.
Davide annuisce di nuovo, incapace di parlare. Si sente come un adolescente alla sua prima cotta, goffo e impacciato.
Lei sorride, un sorriso che è sia gentile che malizioso. “Non preoccuparti,” dice, posando una mano sul suo ginocchio. “Ti mostrerò io come funziona.”
La sua pelle è calda, elettrica, e Davide sente un brivido percorrergli la schiena. Non sa cosa fare, come reagire. Si limita a rimanere immobile, come un cervo abbagliato dai fari di un’auto.
Lei si china leggermente, il suo viso a pochi centimetri dal suo. Il suo respiro è caldo, profumato, e Davide sente il suo corpo reagire in modo incontrollabile. “Rilassati,” sussurra lei, “e lascia che ti guidi.”
Con movimenti lenti e deliberati, inizia a danzare per lui. I suoi gesti sono pieni di grazia, di promessa. Si muove come un’onda, il suo corpo che si avvicina e si allontana, sempre mantenendo il contatto visivo. Davide si sente intrappolato nel suo sguardo, incapace di distogliere gli occhi. È come se il mondo intorno a lui si fosse dissolto, lasciando solo lei, solo il suo corpo, il suo desiderio.
La musica si fa più intensa, e lei si avvicina ancora di più. Le sue mani scivolano lungo il suo petto, i suoi fianchi, accarezzando la sua pelle attraverso i vestiti. Davide trattiene il respiro, sentendo il calore delle sue dita, la pressione leggera ma decisa. È una sensazione che non ha mai provato prima, una miscela di eccitazione e timore.
“Ti piace?” chiede lei, la sua voce un sussurro che sembra vibrare direttamente nella sua mente.
Davide annuisce, incapace di trovare le parole. Si sente come se stesse sognando, come se tutto questo non potesse essere reale. Ma la sensazione delle sue mani, il calore del suo corpo, sono troppo vividi per essere immaginari.
Lei sorride di nuovo, e questa volta il suo sorriso è trionfante. “Allora lasciati andare,” dice, “e goditi il momento.”
E Davide, per la prima volta nella sua vita, decide di farlo. Chiude gli occhi, abbandonandosi al ritmo della musica, al tocco delle sue mani, alla promessa dei suoi movimenti. Si sente libero, finalmente libero dalla sua timidezza, dai suoi dubbi, dalle sue insicurezze. È come se avesse varcato una soglia, come se avesse scoperto una parte di sé che non sapeva nemmeno di avere.
Ma il momento è ancora in evoluzione, e Davide sa che questa è solo l’inizio. La donna davanti a lui continua a muoversi, a sedurlo, a guidarlo in un territorio sconosciuto. E lui, per la prima volta, è pronto a seguirla, a esplorare, a lasciarsi trasportare dal flusso della passione. Cosa accadrà dopo, non lo sa. Ma in questo momento, in questo istante sospeso nel tempo, Davide si sente vivo come mai prima d’ora. E questo, per ora, è abbastanza.
