Vecchi ricordi
Rosa si ritrova seduta sul divano, un vecchio album di fotografie aperto sulle sue ginocchia. Le pagine, ingiallite dal tempo, racchiudono i ricordi di un giorno speciale, il giorno del suo matrimonio, celebrato quindici anni prima. I suoi occhi azzurri, penetranti e pieni di nostalgia, si soffermano su ogni immagine, rivivendo emozioni che il tempo non è riuscito a cancellare. È una donna mediterranea, non più giovanissima, ma il suo corpo formoso, con un seno generoso che sfiora la quarta abbondante, conserva ancora quel fascino che l’ha sempre caratterizzata.

Mentre sfoglia le pagine, una voglia improvvisa le sale alla mente, come un’onda che travolge ogni razionalità. Vuole indossare di nuovo il suo abito da sposa. Il pensiero la eccita, le fa accelerare il cuore, e senza esitare si alza, dirigendosi verso la camera da letto. I passi sono decisi, quasi frettolosi, come se temesse che quel desiderio potesse svanire da un momento all’altro.
La camera è immersa in una luce calda, filtrata dalle tende di pizzo che ondeggiano leggermente alla brezza primaverile. L’abito da sposa, conservato con cura in una custodia di tessuto, giace sul letto, intatto come il giorno in cui lo indossò per la prima volta. Rosa lo prende tra le mani, sentendo la consistenza del pizzo e della seta, e con gesti lenti e reverenziali inizia a vestirsi.

Il corpetto di pizzo le avvolge il seno, esaltandone le curve generose, mentre la gonna trasparente le accarezza i fianchi e le cosce, ricordandole quanto si sentì bella e desiderata quel giorno. Si guarda allo specchio, e ciò che vede la fa sorridere. Non è più la stessa donna di quindici anni fa, ma c’è qualcosa di nuovo nei suoi occhi, una luce di desiderio e di consapevolezza che prima non c’era.
Le labbra carnose si socchiudono in un sospiro mentre inizia a toccarsi, lentamente, come se stesse rivivendo il giorno più bello della sua vita, ma con una passione nuova, proibita. Le dita scivolano lungo il corpetto, accarezzando il pizzo che le copre il seno, e poi si spostano verso il collo, dove il velo, ancora intatto, le sfiora la pelle con delicatezza.
Si spoglia con movimenti sensuali, come se stesse danzando per qualcuno che non c’è. Il corpetto cade ai suoi piedi, seguito dalla gonna trasparente che si posa sul pavimento come un velo di nebbia. Resta solo con le calze autoreggenti, che le fasciano le gambe in modo seducente, e il velo che le copre il viso, regalandole un’aura di mistero.
Improvvisa, prepara un bouchet con i fiori che ha in casa, un misto di rose e margherite che le conferiscono un’aria fresca e spontanea. Si guarda di nuovo allo specchio, ammirando il suo riflesso, e inizia a muoversi con grazia, come se stesse sfilando per un pubblico invisibile. Le mani scivolano lungo il corpo, accarezzando le curve, i fianchi, le cosce, mentre i suoi occhi si chiudono per un attimo, perdendosi nel piacere del momento.
Non si accorge che la porta della camera è leggermente aperta, e che uno sguardo misterioso la sta osservando. Qualcuno, nascosto nell’ombra, la spia con un’intensità che quasi brucia. Ogni suo gesto, ogni curva del suo corpo, ogni sospiro che le sfugge viene gustato con avidità. È un voyeur, un osservatore silenzioso che si nutre della sua sensualità, della sua vulnerabilità, della sua bellezza.

Rosa, persa nel suo mondo di desideri, continua a muoversi, ignara di essere osservata. Le dita scivolano tra le calze autoreggenti, accarezzando la pelle nuda, mentre il velo le cade leggermente sul viso, regalandole un’aria di innocenza che contrasta con la passione che la pervade. Il bouchet le scivola dalle mani, posandosi sul pavimento, mentre lei si avvicina allo specchio, come se volesse baciare il suo riflesso.
Lo sguardo misterioso la segue, catturato dalla sua grazia, dalla sua audacia. Ogni movimento è un invito, una promessa di qualcosa che non può essere detto ad alta voce. Rosa, nel suo mondo di ricordi e desideri, non sa che qualcuno sta condividendo quel momento intimo con lei, che qualcuno sta vivendo ogni suo gesto come se fosse parte di esso.
La stanza è carica di tensione, di desiderio represso, di voglia di trasgredire. Rosa, con il velo che le copre il viso, sembra una sposa che sta per essere scoperta, una donna che sta per oltrepassare un confine che non aveva mai osato varcare. E chi la osserva, nascosto nell’ombra, è pronto a cogliere ogni attimo, a gustare ogni dettaglio di quel momento unico, proibito.
Il silenzio è rotto solo dal respiro affannoso di Rosa, dal fruscio delle calze autoreggenti che le fasciano le gambe, dal leggero sussurro del velo che le accarezza il viso. È un balletto sensuale, un gioco di sguardi e desideri che si intrecciano senza mai toccarsi. E mentre Rosa continua a muoversi, ignara di essere osservata, chi la spia si chiede fino a dove arriverà, fino a dove osirà spingersi in quel gioco di seduzione e di scoperta di sé.



Il finale è ancora lontano, e il momento è sospeso, come un respiro trattenuto. Rosa, con il suo abito da sposa, le calze autoreggenti e il velo che le copre il viso, è una visione che cattura e seduce, una donna che sta riscoprendo se stessa attraverso il piacere e il desiderio. E chi la osserva, nascosto nell’ombra, è pronto a seguire ogni suo passo, a vivere ogni suo sospiro, in un gioco di voyeurismo e seduzione che promette di essere solo l’inizio di qualcosa di più profondo, di più intenso.
La porta rimane leggermente aperta, il velo continua a ondeggiare, e il silenzio è carico di promesse. Rosa, nel suo mondo di ricordi e desideri, non sa che qualcuno sta condividendo quel momento con lei, ma il suo corpo, i suoi gesti, parlano una lingua che non ha bisogno di parole. E chi la spia, nell’ombra, è pronto ad ascoltare, a vivere ogni attimo di quella danza sensuale, in un gioco di sguardi e desideri che non ha ancora raggiunto il suo culmine.