Un orgasmo improvviso
In una calda giornata estiva, la luce del sole filtra attraverso le tende di seta bianca dello studio del dottor Mikkol, un ginecologo di mezza età con baffi e capelli grigi e una reputazione impeccabile. L’aria è carica di un silenzio ovattato, interrotto solo dal leggero ronzio dell’aria condizionata. La stanza è immacolata, con pareti color pastello e mobili in legno lucido. Un lettino ginecologico domina il centro della stanza, circondato da strumenti medici disposti con precisione maniacale. Un divanetto in pelle nera si trova in un angolo, pronto ad accogliere i pazienti in attesa.
Ludovica, una ragazza di diciotto anni con lunghi capelli biondi e occhi verdi penetranti, entra nello studio insieme a sua madre, una donna matura dal fascino ancora intatto. La madre, con un vestito aderente che ne esalta le curve, sorride con sicurezza, mentre Ludovica si sente un po’ a disagio, consapevole di ciò che sta per accadere. Il dottor Mikkol, un uomo alto e distinto con un camice bianco impeccabile, le accoglie con un sorriso professionale.
La madre di Ludovica si avvicina al lettino, mentre la ragazza si siede sul divanetto, con le mani intrecciate in grembo. I suoi occhi scrutano ogni dettaglio della stanza: gli scaffali pieni di libri medici, il tavolo con i guanti sterili, il monitor del computer che emette un leggero bagliore. Il suo sguardo si posa sul dottore, che si muove con calma, preparando gli strumenti per la visita.
La madre inizia a spogliarsi con una naturalezza che sorprende Ludovica. Il vestito scivola lungo il suo corpo, rivelando un intimo di pizzo nero e calze autoreggenti che le fàsciano le gambe. Ludovica sente il cuore accelerare. Non aveva mai visto sua madre in quel modo, così esposta, così vulnerabile. La donna si toglie lentamente le mutandine di pizzo trasparente, lasciandosi cadere sul lettino con le gambe aperte. Il dottor Mikkol si avvicina, con i guanti di lattice già indossati, e inizia la visita con gesti precisi e professionali.
Ludovica osserva, incapace di distogliere lo sguardo. Vede le dita del dottore affondare nella vagina di sua madre, sente il respiro della donna diventare più affannoso. L’emozione la travolge. È un misto di imbarazzo, curiosità e qualcosa che non riesce a definire, un calore che le si diffonde nella pancia. Non aveva mai immaginato di assistere a una scena del genere, eppure, stranamente, si sente eccitata.
Poi tocca a lei. Ludovica si alza, con le gambe tremanti, e si avvicina al lettino. Si spoglia lentamente, lasciando cadere i vestiti a terra. Rimane in reggiseno e mutandine, sentendo lo sguardo del dottore su di sé. Il suo cuore batte all’impazzata mentre si toglie le mutandine, rivelando il suo corpo giovane e ancora acerbo. Si sdraia sul lettino, con le gambe aperte, e chiude gli occhi per un attimo, cercando di ignorare la vergogna.

Il dottor Mikkol si avvicina, i guanti di lattice che scricchiolano leggermente. Ludovica sente le sue mani fredde sulla pelle calda, le dita che si muovono con delicatezza ma con fermezza. Il tocco è clinico, ma per lei è qualcosa di più. Sente le dita entrare nella sua vagina, esplorarla, massaggiarla. Il suo corpo reagisce in modo inaspettato: un calore si diffonde tra le sue gambe, un’ondata di piacere che non aveva previsto.
La mente di Ludovica vaga, immaginando scenari proibiti. Pensa a se stessa che viene scopata da uno sconosciuto, a sua madre che la guarda, a quel senso di trasgressione che la eccita ancora di più.
Immagina di essere su quel lettino ma non per una visita, di essere nuda a gambe aperte mentre qualcuno la penetra con forza, di sentire il suo cazzo scivolare nella sua fica stretta e di essere riempita completamente , mentre le sue urla si mescolano ai gemiti di piacere.
Sente le dita del dottore muoversi più profondamente, e il suo respiro si fa più affannoso. Il pensiero di essere toccata da un estraneo , con sua madre a pochi metri di distanza, la porta al limite.
Ludovica sente il suo corpo contrarsi, un orgasmo improvviso e travolgente che la fa gemere piano. Il dottor Mikkol non dice nulla, continua la visita come se nulla fosse accaduto. Ludovica si sente in colpa, ma anche incredibilmente liberata. Si riveste in fretta, con il volto arrossato, mentre il dottore le sorride con professionalità.
La madre, seduta sul divanetto, non si è accorta di nulla. Ludovica si siede accanto a lei con il cuore che ancora batte forte. L’aria nella stanza sembra più pesante, carica di segreti e desideri inconfessabili. Il dottor Mikkol conclude la visita con un sorriso rassicurante, ma Ludovica sa che nulla sarà più come prima.
Escono dallo studio in silenzio, il sole esterno che le acceca per un attimo. Ludovica sente ancora il calore tra le gambe, il ricordo delle dita del dottore che la esplorano. Sa che quella visita ha risvegliato qualcosa in lei, qualcosa di oscuro e proibito.
E mentre cammina, si chiede cosa significhi tutto questo. È solo un momento di imbarazzo o c’è qualcosa di più? C’è Qualcosa che non riesce ancora a comprendere, ma che la attira, la spaventa, la eccita.
E mentre il vento le scompiglia i capelli biondi, sorride, sapendo che quella giornata ha cambiato tutto.